Antiriciclaggio: ulteriore emendamento sulle ispezioni GdF dopo la sentenza CEDU “Italgomme”
Lo scorso 15 luglio, è stato pubblicato sul bollettino delle Giunte e Commissioni una proposta emendativa all’atto della Camera n. 2460, di “Conversione in legge del decreto-legge 17 giugno 2025, n. 84, recante disposizioni urgenti in materia fiscale”, che prevede un obbligo di motivazione delle circostanze e delle condizioni giustificative di tutti gli accessi, ispezioni e verifiche fiscali nei locali destinati all’esercizio di attività commerciali, industriali, agricole, artistiche o professionali. L’emendamento presentato viene proposto in attuazione delle prescrizioni contenute nella sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo “Italgomme pneumatici s.r.l. and others v. Italy” del 6 febbraio 2025, che ha censurato le modalità di svolgimento degli accessi e delle ispezioni della Polizia delle Entrate italiana (Guardia di Finanza) presso locali destinati all’esercizio di attività commerciali o professionali. La citata sentenza ha inciso anche sulla disciplina delle ispezioni e dei controlli antiriciclaggio, stante il rinvio di cui all’art. 9 co. 4 D. Lgs. n. 231/2007, che, per gli interventi, attribuisce alla Guardia di Finanza gli stessi poteri di polizia economica e finanziaria di cui all’art. 2 del D. Lgs. n. 68/2001 e dunque le potestà di accesso, ricerca, ispezione e verifica attribuiti dagli artt. 51 e 52, D.P.R. n. 633/1972 in materia di imposta sul valore aggiunto e dagli artt. 32, 33, D.P.R. n. 600/1973 in materia di imposte sui redditi (sul tema G.M Antonelli, G. Bozzelli, “Antiriciclaggio: la Corte europea dei Diritti dell’Uomo condanna l’Italia per le procedure di accertamento della Guardia di Finanza”, Giustiziacivile.com, 1° aprile 2025). Conseguentemente, ogni modifica normativa di recepimento della sentenza “Italgomme” relativa agli accessi ispezioni e verifiche fiscali dovrebbe essere applicabile direttamente anche alle ispezioni e ai controlli antiriciclaggio.
