Fondazione L. Ruggeri: una giornata indimenticabile
A cura di Maria Clementina Binacchi
Lo scorso sabato 19 ottobre 2024 ho raccolto l’invito rivolto a tutti i notai da parte del Presidente del Consiglio Notarile di Milano, Enrico Sironi, di intervenire alla dodicesima cerimonia della “Fondazione Lelio Ruggeri” per la consegna delle donazioni a favore di vittime e famigliari di Caduti nell’adempimento del dovere, appartenenti alle Forze di Polizia e Forze Armate.
L’invito era stato rivolto in passato anche dai precedenti Presidenti in maniera calorosa.
La cerimonia si è svolta a Milano, presso l’Istituto dei Ciechi.
La Fondazione è stata costituita con testamento del notaio Lelio Ruggeri, deceduto nell’anno 1991. Gli anni ’70 e ’80 erano tempi veramente funesti per la sicurezza sociale e quasi quotidianamente il terrorismo mieteva vittime tra i componenti delle Forze dell’Ordine.
Il notaio Ruggeri e sua sorella, preoccupati per la sopravvivenza delle famiglie e la possibilità dei figli di studiare, hanno devoluto il loro patrimonio alla Fondazione per il sostentamento ai caduti che ricoprivano incarichi nella Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Corpo della Guardia di Finanza.
Dal 2011 il Consiglio di Amministrazione ha esteso le donazioni anche ai congiunti dei caduti in Missione di Soccorso o di Polizia Internazionale o comunque in attività di servizio dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica ed in seguito anche a gravi feriti in servizio. Dal 2001 al 2023 la Fondazione ha aiutato 359 famiglie erogando complessivamente 1.371.700 euro.
Nella splendida cornice della Sala Barozzi, magnificamente affrescata, si è svolta la cerimonia, diretta con maestria dal Presidente Enrico Sironi e dall’inossidabile Vico Barassi.
La musica dell’organo, la voce di un soprano, un racconto di una novella di Buzzati hanno intervallato con leggerezza le storie delle vittime. Sono stati letti i curricula dei caduti in maniera asciutta e senza sbavature. Non ci sono state lacrime, ma tante emozioni. Erano tutte vite eroiche di giovani legati al proprio dovere. E’ stato molto toccante incontrare anche due vittime che non hanno perso la vita, ma hanno subito gravissime menomazioni. Sono divenuti atleti paraolimpici medagliati e continuano a prestare il loro servizio.
Alcuni gesti sono stati veramente coinvolgenti: un generale che ha sistemato sul capo di un padre il berretto bordeaux dell’esercito, un piccolo bambino di sei anni che si è fatto fotografare con i corazzieri e si è allontanato di gran carriera mano nella mano con un generale chissà per quale missione segreta.
Al di là delle emozioni è stata anche un’occasione per incontrare i più alti livelli delle forze dell’ordine e ricordare che la tutela e la protezione dei cittadini sono valori trasversali.
Sicuramente un incontro il cui ricordo rimarrà indelebile.
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