Seconda giornata del LX Congresso Nazionale del Notariato. Un’occasione mancata
Mi sono ritornati in mente i tempi del liceo quando il preside si presentava all’inizio della prima ora e annunciava che il Prof. dell’ultima ora si era ammalato, non erano disponibili supplenti e quindi si usciva un’ora prima.
Gaudio e tripudio!
Così ieri mattina ci è stato comunicato che saremmo usciti prima e così è stato.
Ma non erano malati, semplicemente non c’erano.
Parlo dei candidati alle prossime elezioni del Consiglio Nazionale del Notariato e del Consiglio di Amministrazione della Cassa Nazionale del Notariato.
Ricordo che l’art. 12 del Regolamento dei Congressi prevede che il Comitato Ordinatore organizzi “una tavola rotonda per la presentazione delle candidature e l’illustrazione dei relativi programmi; a tal fine il Consiglio di Presidenza, sulla base delle richieste pervenute stabilisce le modalità di svolgimento della tavola rotonda durante la quale notai che ne abbiano fatto richiesta possono presentare la propria candidatura al Consiglio Nazionale del Notariato o al Consiglio di Amministrazione della Cassa Nazionale del Notariato, illustrando le proprie idee e il proprio programma”.
Nessuna richiesta pervenuta.
Il CNN ha fatto il suo dovere.
Non i candidati.
Verrebbe da pensare che di candidati, quindi, non ve ne siano.
Eppure sembra invece siano stati i candidati a non fare il loro dovere. Certo non esiste alcun obbligo, ma un dovere (non giuridico) forse esiste. E nei corridoi (si fa per dire) del Congresso di candidati se ne parla. Eccome.
Viene da pensare innanzitutto agli undici attuali consiglieri che, pare, secondo le voci di corridoio, ripresenteranno le loro candidature con una ragionevole certezza. Il consigliere della Sardegna, i due del Lazio, il consigliere della Puglia, i due del Triveneto, il rieleggibile della Lombardia, il rieleggibile del Piemonte, il consigliere dell’Emilia, il consigliere della Calabria, il consigliere della Basilicata. Sono coloro che nell’osservanza del citato articolo 12 del Regolamento del Congresso hanno adempiuto al dovere giuridico di organizzare la tavola rotonda ma non a quello non giuridico di presentarsi ai notai d’Italia che sono venuti al Congresso e si aspettavano di ascoltarli, vederli, apprezzarli o criticarli, comunque, insomma conoscerli, in un afflato di appartenenza di categoria che cerca di unire.
E nei corridoi si parla dei consiglieri, nuovi (si chiamano così in gergo, “i nuovi”), che poi magari tanto nuovi non si riveleranno: il consigliere della Toscana, delle Marche, i due della Sicilia, quello della Campania, della Liguria, dell’Abruzzo Molise, un consigliere del Piemonte ed uno della Lombardia (chiedo venia se ho commesso errori per i “vecchi” o per i “nuovi”, ma ho solo raccolto voci di corridoio, surrogati imperfetti della mancata tavola rotonda, surrogati imperfetti della trasparenza, surrogati imperfetti del rispetto).
Si parla, sempre nei corridoi, delle plurime candidature nella stessa zona e quindi senza il candidato bulgaro (che brutta parola, ma ormai in uso). Come finirà? Chissa?
E che dire poi degli almeno 3 (tre) (“ripetuto” o traslitterato secondo il gergo degli atti notarili) “vecchi” consiglieri che aspirano a candidarsi a futuro Presidente del CNN con tanto di avvenuta preventiva accordata ripartizione degli incarichi. Ma solo tra i “vecchi” o anche tra i “nuovi”? Chissà? E i vecchi e i nuovi si parlano tra loro?
Come sarebbe bello se di tutto questo si parlasse apertamente in una tavola rotonda, peraltro prevista dal Regolamento dei Congressi. Senza vergogne o timori o paure. Rendendo partecipi i colleghi congressisti che hanno pagato denari per iscriversi al Congresso, per l’hotel, per il soggiorno e quindi partecipare alla vita politica della categoria pagandone il prezzo della partecipazione e auspicando di avere il rispetto di chi pur vuole impegnarsi nei difficili ruoli di futuri consiglieri nazionali o della Cassa, futuri detentori del potere politico di categoria.
Perché la partecipazione ha un prezzo.
E chi lo incassa deve darne quietanza. E forse non l’ha data.
Vivo ormai da decenni la vita di categoria. Conosco tanti colleghi. Alcuni condividono le mie idee e altri no. Ma tutti, come me, sperano (e quasi tutti in buona fede) in un mondo (notarile) migliore. E ingenuamente (e rispettabilmente) lo fanno ogni volta che si iscrivono al Congresso. Non perdono mai la speranza.
Rispettiamoli.
Rispettiamoci.
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