23 Maggio 2025

Una giornata da notaio mediatore

a cura di Gabriele Fanti

Il lungo tavolo nero ricoperto per metà da carte sparse, estratti di mappa, visure catastali, vecchi atti notarili, progetti edilizi. A sinistra due fratelli, a destra il terzo. Gli sguardi non si incontrano mai, vagano risentiti per la stanza per poi appuntarsi disinteressati su una vecchia planimetria.

Dall’altro capo del tavolo l’avvocato della parte istante ha quasi finito di parlare: “ … a questo punto io e il mio assistito non abbiamo niente da aggiungere, non vediamo come sia possibile andare avanti. Notaio ci affidiamo a Lei”.

In quel momento non sta indossando le vesti del Notaio, ma quelle più informali del Mediatore, tuttavia per i presenti resta comunque il Notaio. Per gli avvocati è l’unico professionista che, vista la comprovata competenza in materia e l’imparzialità e l’auctoritas che l’ordinamento già esige da lui, può surrogare quell’autorità giudiziaria sempre più lontana e sempre più difficile da interpellare, senza la soggezione e la rigidità che caratterizza il rapporto con il giudice.

Per le parti in causa… bé per le parti in causa è e resta sempre “Il signor Notaio” anche quando è in bermuda in fila dal salumiere e si informa su quanto è grasso il crudo stagionato, l’unica persona a cui poter chiedere con certezza e fiducia, tra un carrello e l’altro, se è vero che se una casa presenta irregolarità urbanistiche non solo non si può vendere, ma neanche donare, o a cui chiedere quanto tempo si debba restare residenti nella propria abitazione dopo averla acquistata con l’agevolazione prima casa. E’ lo Stato a portata di mano.

Gli occhi di tutti si rivolgono ansiosi e speranzosi, ma anche pessimisti, verso il notaio, anche le planimetrie catastali sembrano aver perso attrattività.

Lui, il Notaio-mediatore, sta sfogliando la perizia di stima redatta dal CTM. Per un attimo è in difficoltà. Il suo ruolo è sempre stato quello di “interpretare” la volontà delle parti e tentare, ove possibile, di darne esecuzione nei modi e nei limiti in cui la Legge lo consente. Ma qui non c’é nessuna volontà, o piuttosto ve ne sono troppe e discordanti tra di loro. Sì è fatto una personale idea di cosa sarebbe corretto fare e per lui una delle richieste di una delle parti non è corretta, ma non è l’eredità dei suoi genitori a essere oggetto di divisione e non è la sua volontà a dover prevalere. E allora? Cosa fare? Nient’altro che ciò che fa di solito:

Bene. Ciò che preme a tutti voi è giungere alla divisione delle eredità di papà e mamma. Da quello che ho compreso c’è anche accordo tra di voi sui beni da assegnare a ciascuno (le parti annuiscono, alcune più vistosamente, in modo che tutti vedano, altri in modo appena accennato). Ciò che vi trova in disaccordo, nonostante la perizia egregiamente disposta dal CTM è il valore da attribuire a ciascun bene” (altri cenni del capo). “E’ chiaro e legittimo inoltre l’interesse del sig. Tizio ad acquisire l’ultima quota mancante del casale Romuliano ereditato dallo zio e voi (rivolgendosi all’altro lato del tavolo) avete chiarito che non avete alcun interesse in questa quota e la cedereste volentieri, ma avete manifestato il desiderio di “essere trattati come i vostri cugini” che hanno ceduto la loro quota a Mario per euro 5.000. Beh allora possono esservi sono tre scenari: o vi è una differenza di valore tra i beni assegnati nella divisione pari alla quota del Casale Romuliano che Mario reclama, come scritto nella c.t.m. (e tenete conto che comunque questa può avere il suo peso in giudizio che, tuttavia, andrebbe incontro a tempistiche molto lunghe), o tale differenza non sussiste, e Mario se vuole anche quella quota, oltre alla divisione dei beni paterni e materni, dovrà quanto richiesto. Ma potrebbe anche esservi una differenza tra i valori, ma inferiore al valore di euro 5,000. Ciò che voi potete fare è procedere alla divisione dei beni ereditari senza nulla aggiugere, ovvero trasferire anche la quota del casale Romuliano con o senza conguaglio, ma potreste anche semplicemente prevedere l’obbligo di futuro, in sede di futura divisione dell’eredità dello zio, di assegnare il casale Romuliano a Mario e ciò consentirebbe di imputarne il suo valore a un’altra quota ereditaria, magari, in base alle risultanze delle future perizie, senza necessità di alcun esborso di denaro.

I volti di tutti si distendono. L’avvocato della parte istante quasi sorride “ci sono delle opzioni non contemplate tra cui sicuramente un accordo si troverà”. Si rinvia ad altro incontro, ma una delle parti inizia subito a lavorare a una proposta. Quando si stringono la mano c’è un ringraziamento speciale nel loro sguardo e l’avvocato di parte invitata saluta dicendo: “Grazie Notaio. Credo che se non ci fosse stato un Notaio seduto al suo posto non ne saremmo usciti. Arrivederci”. L’avvocato di parte istante lo sa bene, per questo ha consigliato al suo cliente l’organismo di mediazione del notariato.

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