16 Gennaio 2025

Elezioni! Elezioni!

Lettera di Giovanni Vigneri, notaio in pensione

Tra qualche settimana la Categoria procederà all’elezione dei suoi Rappresentanti che verranno delegati alla gestione di alcuni fondamentali Istituti del Notariato: Consiglio, Cassa, Assemblea dei Delegati….

Pur essendo assolutamente estraneo alla competizione (non sono titolare né di elettorato attivo né tanto meno passivo) subisco le conseguenze della stessa in maniera diretta, perlomeno per quanto riguarda la Cassa Nazionale del Notariato, associazione della quale non faccio parte, ma da cui, come iscritto, ottengo servizi e prestazioni previdenziali e assistenziali dopo aver contribuito al suo finanziamento per ben nove lustri.

Vorrei che questa volta non si ripetesse il refrain già sentito troppe altre volte:

  • “Votiamo il Collega X perché è una persona corretta e disinteressata…”;
  • “Votiamo il Collega X perché è una persona disponibile e non ve ne son tante al riguardo…”;
  • “Votiamo il Collega X perché ha fatto bene (o non ha fatto male) nei precedenti tre anni di mandato e non votarlo costituirebbe una critica e una bocciatura che non merita…”;
  • “Votiamo il Collega X perché abbiamo sempre eletto la stessa persona per un secondo mandato triennale…”;
  • e così via…

Non ho mai sentito dire (le eccezioni confermano la regola) che sia opportuno votare X, perché è competente, sa come gestire patrimonio immobiliare e mobiliare, lo ha fatto e continuerà a farlo nel Consiglio di Amministrazione della Cassa. Perché il problema è proprio questo: gli eligendi sono Notai, non amministratori e lo stesso discorso vale anche per i componenti dell’Assemblea dei Delegati: sono tutti Notai, nessuno di loro si occupa professionalmente di gestione di un Ente previdenziale. Non è facile, ma cercare e promuovere competenze dovrebbe essere la preoccupazione fondamentale di una Categoria consapevole.

Ma consapevole di cosa?

Bisognerebbe prima di tutto leggere i bilanci. Sono la cartina di tornasole dell’andamento della Cassa. Vengono regolarmente pubblicati[1] (anche se l’aggiornamento spesso non è tempestivo) e dalla loro lettura come dalla lettura delle delibere dell’Assemblea dei Delegati risultano evidenti alcune criticità sulle quali non siamo informati dalla Dirigenza della Cassa che si limita a segnalarci[2] l’esistenza di prestazioni (che comunque conosciamo o potremmo facilmente conoscere leggendo lo Statuto e il Regolamento della Cassa) e la composizione della popolazione dei Notai pensionati.

Nulla viene scritto e nulla viene spiegato in merito alla gestione della Cassa, tranne le poche affermazioni ripetute ad ogni incontro o convegno (la Cassa sta bene …. non abbiamo e non dovete avere alcuna preoccupazione… E’ tutto a posto…).

Ma non è così! O perlomeno, non è tutto così!

E per dirlo e verificarlo bisogna leggere quei benedetti bilanci e documenti! So che è fastidioso, ma il 2024 e finito e forse dare un’occhiata al futuro non farebbe male!

Uno per tutti: la mancata perequazione delle pensioni, annulla l’effetto “trascinamento”. Cosa significa? Se nel 2014 la pensione era 100 e negli anni successivi e fino ad oggi l’adeguamento l’ha portata a 103, la base per una perequazione nel 2025 e in tutti gli anni successivi sarà 103 e non 120,82 come avrebbe dovuto essere se la perequazione vi fosse stata![3]

Il che significa una perdita reale di valore del trattamento pensionistico per chi andrà in pensione sia domani che tra 20 o 30 anni!

Tali conseguenze NON riguardano solo i Notai in pensione, riguardano soprattutto i Notai in esercizio che dovrebbero avere presente che, nonostante i contributi versati, la Cassa di fatto riduce le loro future pensioni, oltre che ridurre quelle attuali (dei pensionati).

Richiamo poi alcune osservazioni già sollevate dal Presidente dell’ASNNIP, Paolo Pedrazzoli, nelle sue osservazioni alle Variazioni al Bilancio di esercizio 2024 e al Bilancio di previsione 2025.

I proventi finanziari (al lordo dei costi e, quindi, ancora inferiori) scendono nel 2024 a circa 20 milioni[4], mentre il patrimonio (mobiliare e immobiliare) ammonta a 1,8 miliardi (e, secondo quanto risulta dalla lettera del 4 dicembre u.s.[5] supera, alla fine 2024. i 2 miliardi di euro).

Un tal rendimento a fronte di una Borsa italiana fortemente attiva[6] e dell’esperienza di altre Casse previdenziali[7] è inaccettabile.

Si tenga al riguardo presente che:

  • il patrimonio netto era nel 2014 di € 1.323.670.912[8] e la parte imputabile al settore mobiliare ha reso il ricavo lordo di € 34.731.362[9];
  • il patrimonio netto è nell’annoi 2024[10] – secondo quanto scritto – è di oltre due miliardi e renderà[11] , al lordo delle spese, €. 20.778.903.

Quindi, un incremento del patrimonio di oltre il 50% e una riduzione dei relativi proventi, almeno per la parte mobiliare, di oltre il 40%. E ciò perché l’Ente è orientato “verso un efficientamento amministrativo/fiscale, avente l’obiettivo di accrescere il patrimonio nel medio-lungo termine, determinante per il rispetto dei vincoli normativi”[12].

Ma perché non si provvede a un incremento del patrimonio (del quale, come più volte detto e scritto, non si conoscono fini e fine) anche a mezzo di una redditività dello stesso determinata da una sua allocazione più decente e più produttiva!

Un patrimonio che aumenta in maniera spropositata è come il quadro di un gran pittore: vale tanto, sta là, provvediamo alla sua conservazione, aumenta (forse) di valore nel tempo, ma non produce nulla! E mentre il quadro, tra 10 o 20 anni, varrà probabilmente di più, chi ci garantisce che la situazione finanziaria internazionale, tra 10 o 20 anni, sarà tale da conservare un valore effettivo e aggiornato al patrimonio mobiliare attuale?

Prima di concludere vorrei ancora, sempre in materia di scelte i cui effetti ricadono su tutti (in esercizio e pensionati), chiedere perché non vengono in alcun modo giustificati una serie di accantonamenti per rischi e, precisamente:

  • € 13.000.000[13] per coprire potenziali minusvalenze,
  • € 22.615.247[14] per accantonamento del fondo integrativo previdenziale,
  • € 2.000.000[15] per accantonamento assegni di integrazione,
  • € 2.500.000[16] per generico fondo di riserva.

Sono tutte novità, tranne l’ultima, di questa fine anno 2024.

Fanno in totale oltre 40 milioni di euro che, aggiunti ai 10.280.742 di avanzi di gestione, porterebbero l’effettivo avanzo a oltre 50 milioni di euro[17].

Nel Bilancio attuariale al 31 dicembre 2023 (e che è stato redatto e depositato nell’ottobre 2024) è previsto un saldo gestionale di circa 56,889 milioni e un saldo previdenziale di 89,065 milioni[18].

Cosa è successo a fine 2024? Gli elementi anzi riportati non collimano.

O la gestione 2024 è stata particolarmente problematica e ha dato luogo alla necessità di cospicui accantonamenti (ma nessuno ci ha segnalato tale situazione) oppure si tratta di accantonamenti solo formali sui quali ci sarebbe da discutere ampiamente.

Quanto precede, che non mi pare sia stato rilevato in sede di Assemblea dei Delegati se non dal Presidente dell’ASNNIP, né nella stampa di categoria né nei numerosi media nei quali circolano le notizie che riguardano il Notariato, mi porta a concludere questo intervento con un’accorata richiesta perché vengano inviati a dirigere e amministrare la Cassa Notai che non comincino a imparare il mestiere a nostre spese, che siano disponibili a fornire notizie obiettive e a subire, se necessario (ma mi auguro di no), critiche e suggerimenti.

Buon 2025 e Buone Elezioni.

Catania, Epifania 2025.

Giovanni Vigneri, notaio in pensione


Note

[1] Si veda il sito Cassanotariato.it, accessibile a tutti, ove possono essere letti bilanci e documentazione della Cassa. In particolare si consulti la pagina “Cassa trasparente“.

[2] Vedi lettera del 4 dicembre 2024 n. 133006.

[3] La pensione 100 del 2014 avrebbe dovuto essere portata a 101,1 nel 2017 (inflazione dell’anno pari a +1,1), a 102,21 nel 2018 (inflazione dell’anno pari a +1,1), a 102,76 nel 2019 (inflazione dell’anno +0,5), a 104,7 nel 2021 (inflazione dell’anno +1,9), a 113,18 nel 2022 (inflazione dell’anno +8,1), a 119,63 nel 2023 (inflazione dell’anno +5,7) e a 120,82 nel 2024 (inflazione dell’anno +1).

[4] Esattamente €. 20.778.903 secondo quanto risulta a pag. 8 delle Variazioni al Bilancio di esercizio 2024.

[5] Vedi nota 2.

[6] Vedi “Il panorama macroeconomico”, pag. 7 del Bilancio di previsione2025.

[7] L’ENPAM (Ente di previdenza e assistenza di medici e odontoiatri) chiuderà – secondo quanto comunicato dal suo Presidente, Alberto Oliveri – il 2024 con un avanzo di 484 milioni, a fronte di previsioni negative per 84 milioni, per l’ottimo andamento della gestione patrimoniale.

[8] Bilancio consuntivo dell’anno 2015, pag. 89.

[9] Ibidem pag. 104.

[10] Vedi nota 2.

[11] Bilancio di previsione 2025, pag. 56.

[12] Variazioni al bilancio 2024, pag. 9. Peraltro, tali vincoli normativi sono ampiamente soddisfatti da molti anni e anche il richiamo ad essi costituisce un refrain privo di reale contenuto.

[13] Ibidem, sempre a pag. 9.

[14] Ibidem, pag. 8.

[15] Ibidem.

[16] Ibidem.

[17] Ibidem, pag. 1.

[18] Pag. 19, Tav. A Proiezione delle entrate e della uscite.

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