13 Novembre 2024

Se mantieni la calma quando tutti intorno a te hanno perso la testa, probabilmente non hai capito il problema. Lettera al Presidente Biino e al notaio Miceli

Incipit

Caro Presidente e Caro collega Miceli,
vi scrivo, come notaio e come docente di scuola notarile, perché ritengo che quanto stia accadendo stia creando un precedente grave, a danno di un concorso fino a oggi considerato inattaccabile perché serio, meritocratico, trasparente, dove l’anonimato era garantito anche dall’assenza di qualsiasi possibile legame tra aspirante notaio e commissario.

Come docente, amo profondamente insegnare, lo faccio solo per passione da oltre 12 anni (e prima di diventare notaio ero dottore di ricerca e cultrice della materia con il professore Ugo Carnevali in Università Statale di Milano, cattedra di diritto privato).

La didattica è per me stimolante, fonte di costante aggiornamento, amo i ragazzi e soprattutto credo fermamente che lo studio sia l’unica strada per diventare e restare un valido professionista.

Proprio perché credo nella didattica, ho sempre ritenuto che qualsiasi riforma, collegata a qualsiasi concorso, dovesse avere come principale punto di riferimento l’interesse dei candidati e dovesse garantire a ciascun candidato, sempre, la serenità di essere in gara alla pari.

Oggi mi sembra che questo non stia proprio accadendo e temo che con questa “decisione imposta” dall’alto, il CNN stia facendo un autogoal, perseguendo quella riforma “culturale” voluta dal Presidente, da qualche notaio e dai vertici della Scuola Nazionale del Notariato.

Possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma è indubbio che introdurre la regola che i docenti di scuole notarili possano essere commissari, sia un suicidio per il notariato, perché nel tempo renderà sempre meno credile la serietà del nostro concorso.

È evidente, infatti, che si presterà a indubbie critiche giornalistiche, verrà utilizzato come motivazione di potenziali ricorsi, minerà alla radice l’immagine della nostra preparazione e in un mondo dove l’immagine, purtroppo, conta più della sostanza, è estremamente pericoloso.

Senza dimenticare che il concorso è gestito dal Ministero della Giustizia, ragion per cui dichiarare di voler apportare un cambiamento culturale al concorso significa voler mettere le mani nel concorso, il che non deve accadere.

Far finta che questo problema non esista equivale a ritrovarsi nella medesima posizione descritta da Woody Allen: “Se mantieni la calma quando tutti intorno a te hanno perso la testa, probabilmente non hai capito il problema”.

E allora ecco le mie domande a te, Presidente.

Nella lettera inviataci l’11 novembre 2024 hai scritto che la scelta di avere docenti di scuole istituzionali nella commissione, fosse una scelta voluta dalla categoria approvando un ODG del 2018.

Allora mi chiedo e ti chiedo: perché nella lettera a tua firma del 20 gennaio 2023 (prot. 476/2023) inviata al CND, cinque anni dopo il citato ODG, hai richiesto come requisito di nomina il solito presupposto e precisamente:

Possono far parte della Commissione i notai che (…) non abbiano esercitato attività di insegnamento in scuole di preparazione al concorso negli ultimi cinque anni (…)”.

Già allora esistevano scuole istituzionali. Una per tutte l’Anselmo Anselmi (Fondazione gestita dal CND Roma). Non esisteva, però, solo la Scuola Nazionale del Notariato.

Ti chiedo, per favore e per dovere istituzionale, una risposta.

Ancora il 17 maggio e 18 maggio 2024 a Torino ci siamo riuniti per discutere sul tema dell’accesso. Io ero presente.

In quella sede, seppur limitatamente (perché il dibattito ormai nei Congressi è concesso solo al pomeriggio dell’ultimo giorno), il tema “commissione/docente della scuola istituzionale” è emerso perché presente come vostra “proposta” nel “Documento preparatorio delle prime due tavole rotonde e del dibattito assembleare” pubblicato sul CNN Redazione del 14 maggio 2024.

Durante quel Congresso, durante il dibattito, questa proposta è stata contestata (intervento di Raffaele Viggiani del 18 maggio 2024), applaudito dalla platea.

Ebbene, perché nessuno del CNN in quella sede ha risposto all’intervento e, aspetto più importante, ha fatto capire alla platea con chiarezza che quella vostra proposta inserita nel notiziario non fosse “proposta”, ma regola acquisita?

Perché nessuno ha mai mandato alla categoria dopo il Congresso una lettera che indicasse questo cambio di criteri nella selezione, citando la delibera/provvedimento approvato dal CNN sul tema?

Ti chiedo, per favore e per dovere istituzionale, una risposta.

Termino e mi rivolgo al collega Miceli.

Non ti conosco personalmente, ma so che sei un docente di massimo prestigio e serietà, che ami la didattica, la ricerca scientifica e che ti sei sempre dedicato alla preparazione concorsuale per passione e dedizione.

Per questi motivi, più nobili di tanti altri – a fronte di questa situazione non chiara che sta alimentando polemiche che potrebbero degenerare ed essere strumentalizzate – ti chiedo di prendere autonomamente la decisione: dimettiti, anche se difficile.

Il clima oggi è teso, è evidente a tutti, sicuramente è auspicabile che con il tempo questa situazione potrà meglio essere chiarita e gestita, ma oggi, sarebbe una violenza, una imposizione a danno di tutti e a sorpresa di troppi.

Per anni ci dedichiamo ai ragazzi per prepararli, ma anche per aiutarli a trovare quella difficile serenità che deve accompagnarli al concorso.

Oggi la tua presenza, per quello che è accaduto e sta accadendo, distrugge questa serenità, quindi da Docente, fai un passo indietro e lasciamo che altri – nel tempo – discutano, risolvano questo problema.

un notaio, un docente
Paola Avondola

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