31 Luglio 2024

Libri da non leggere sotto l’ombrellone

La redazione vi augura buone vacanze. Ne abbiamo bisogno. E come ogni anno vogliamo accompagnarvi alla pausa con un pensiero che possa rendere il riposo un momento di arricchimento.

Dopo qualche anno, torniamo a riproporre i nostri consigli di lettura. Libri da NON leggere sotto l’ombrellone perché sono “perle” che meritano altro che una spiaggia affollata. L’ombra di un albero, l’aria fresca di una sera in collina, il silenzio di una persona che ci vuole bene, il profumo dell’erba tagliata.

Legami

Autore: Eskhol Nevo

Editore: Gramma Feltrinelli

“Eshkol Nevo è dotato di un talento naturale da autorizzare il sospetto che per lui scrivere e respirare siano la stessa cosa” (Alessandro Piperno). Poche volte il marketing della quarta di copertina centra così bene lo spirito di un libro. L’ultima opera di Eshkol Nevo, scrittore israeliano che ha raccolto il testimone della straordinaria generazione degli Oz, dei Grossman e degli Yehoshua, è una serie di racconti che parlano semplicemente della vita. Storie di donne e di uomini e dei loro rapporti, di amore, di amicizia, di fratellanza, di genitorialità, che scorrono nello scenario di quell’angolo di mondo che da millenni scrive le vicende e le sorti dell’umanità, in un intreccio indissolubile tra pubblico e privato che Nevo sa raccontare con equilibrio (https://tg24.sky.it/mondo/2024/05/14/eshkol-nevo-nuovo-libro). Una capacità di racconto delle relazioni (dei legàmi) tra essere umani che mescola aspetti autobiografici, ascolto delle vicende umane e immaginazione. Già, perché “L’immaginazione è la migliore via di fuga e libertà non è il contrario di amore”.

Consigliato da: Arrigo Roveda

Il magico studio fotografico di Hirasaka

Autore: Sanaka Hiiragi

Editore: Feltrinelli

Uno studio fotografico, un vecchio orologio da parete con le lancette ferme, una collezione di macchine fotografiche e un uomo, Hirasaka, che accoglie con cortesia e senza fretta i visitatori – una maestra di 92 anni, un uomo della Yakuza e una bambina – spiegando loro cosa li attende. Il suo studio fotografico, infatti, è un luogo molto particolare, di “passaggio”, che si trova al confine tra questo mondo e l’aldilà… Ogni visitatore ha davanti a sé scatoloni pieni di foto-ricordo della propria vita e deve sceglierne solo una per ogni anno che ha vissuto. Inoltre, ognuno, prima di andarsene, ha l’opportunità di rivivere il proprio ricordo più importante e di scattarne un’ultima fotografia… Le fotografie prescelte, quelle più amate, verranno montate da Hirasaka su una lanterna girevole che aiuterà il visitatore ad affrontare nel modo più sereno possibile il suo ultimo viaggio. Un libro delicato, improntato sul concetto – proprio della cultura giapponese – che nessuno dovrebbe mai lasciare nulla di irrisolto nella propria vita e che ciascuno dovrebbe andarsene da questa terra senza rancore. Ma perché tutti passano oltre e invece Hirasaka resta sempre nel suo studio? Qual è la sua storia? Al lettore la sorpresa di scoprirlo!

Consigliato da: Annalisa Annoni

Arcipelago N. Variazioni sul Narcisismo

Autore: Vittorio Lingiardi

Editore: Einaudi

Siamo tutti narcisisti, ma non allo stesso modo (…) e non tutti abbiamo un disturbo narcisistico di personalità“, così Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicoanalista, professore ordinario di Psicologia dinamica alla Sapienza di Roma, inizia il suo “Arcipelago N”, invitando il lettore a prendere la sua Vela per circumnavigare questo arcipelago dei narcisisti, guidato da due costellazioni quella “classica” e quello “analitica”. Dopo un’introduzione di cui consiglio la lettura almeno due volte (prima e dopo la fine del libro), è attraverso i “casi mitici” da Narciso di Ovidio, Dedalo ed Icaro, Peter Pan, la Matrigna di Biancaneve, il Ritratto di Dorian Gray, Isak Borg nel “Posto delle Fragole” che il lettore fa le sue prime esperienze con i tanti volti del narcisismo, per poi essere guidato verso i “casi clinici” del disturbo di personalità narcisistica. Scoprirà che ci sono narcisisti arroganti, timidi, a pelle spessa o pelle sottile e, grazie alla semplicità e competenza dell’autore, riuscirà a conoscerli e riconoscerli nelle relazioni di lavoro, di amicizia e di amore. Perché consiglio di leggere questo libro in un periodo di vacanza, perché è proprio quando la mente è più libera che si può aver voglia di affrontare traversate in vari arcipelaghi, tra cui quello del narcisismo, che è uno dei problemi della nostra società, perché – come scrive l’autore – oggi “c’è poca fiducia nell’io, troppo nell’Ego; poco impegno nei sé, troppo nei selfie“. Buona lettura!

Consigliato da: Paola Avondola

V13

Autore: Emmanuel Carrère

Editore: Adelphi

“V13” è venerdì 13 novembre 2015, il giorno del più crudele attentato terroristico in Francia. Vengono presi di mira il Bataclan, dove sta suonando una rockband, lo Stade de France ed alcuni bistrot, tutti luoghi affollati di giovani che si divertono. I terroristi irrompono, sparano e causano 130 morti e oltre 350 feriti. Emmanuel Carrère viene incaricato dalla rivista Obs di assistere al processo e di fare settimanalmente un resoconto: 7800 battute settimanali. Quegli articoli vengono riprodotti e integrati nel libro. Lo scopo di Carrère non è giudicare, ma comprendere il processo storico che ha portato alla mutazione dell’islam. La sua scrittura è potente: poche e fortissime parole. Il libro si divide in tre parti: le vittime, gli imputati, la Corte. Le vittime: il resoconto sia di chi ha perso un figlio, un parente o un amico sia di chi ha subito una menomazione è veramente intenso, ma anche quello di chi c’era e non ha guardato, ha spinto e calpestato è fortissimo: i sopravvissuti porteranno nel cuore la morte per sempre. Uno di loro non ce la farà e sarà la vittima 130+1. Gli imputati: si avverte la presenza di coloro che si sono fatti saltare in aria. Chi è sotto processo sa che riporterà una pena pesante e i più coinvolti sperano di evitare l’ergastolo ostativo, quell’ergastolo che non dà possibilità di uscita o di alleggerimento della pena. Carrère ha sempre l’occhio attento all’aspetto umano, al terrorista che, visti tutti quei giovani che si divertivano, non è stato capace di farsi saltare in aria e ha messo la cintura con l’esplosivo in un cassonetto della spazzatura. Tra gli imputati ci sono anche i loro genitori, che si interrogano sul perché non hanno compreso la radicalizzazione del proprio figlio, che era un ragazzo normale e improvvisamente è andato a fare le vacanze in Siria sotto la bandiera nera. E partono questi genitori alla ricerca di nipotini prigionieri in Siria. Infine, c’è la Corte: ci sono gli avvocati della difesa e quelli dell’accusa. C’è la determinazione del compenso, c’è la determinazione del risarcimento del danno: il denaro per le lacrime. Infine, potentissimo, c’è il ruolo degli avvocati: l’avvocato difensore non deve difendere il terrorismo, ma deve garantire un giusto processo, secondo diritto, al terrorista.

Consigliato da: Clementina Binacchi

La casa degli sguardi

Autore: Daniele Mencarelli

Editore: Mondadori

Da anni i miei fratelli letterati insistevano perché lo leggessi. La casa degli sguardi, romanzo autobiografico, racconta il primo anno di lavoro del ventiquattrenne (ex) poeta Daniele Mencarelli, prigioniero dell’alcolismo dopo essere uscito dal tunnel della droga. Il lavoro è nella cooperativa che fa le pulizie nell’Ospedale Pediatrico del Bambin Gesù, che gli cava la pelle di dosso e gli impone di guardare la realtà dopo anni di fuga cieca. Un romanzo di amicizia e lavoro. Grandi, semplici amicizie, a margine di un sorprendente orgoglio per il lavoro ben fatto e la sua forza redentrice. E, in sottofondo, il rumore della poesia. Un libro struggente, duro, commovente, umano. Da bere d’un sorso. Ora capisco, e ringrazio i miei fratelli letterati per l’insistenza!

Consigliato da: Giovanni De Marchi

Alla buon’ora, Jeeves!

Autore: P.G. Wodehouse

Editore: Sellerio

L’obiettivo era chiaro sin dall’inizio: sfruttare l’estate per leggere saggi impegnati che mi aiutassero a meglio comprendere gli scenari internazionali e le criticità delle future elezioni negli Stati Uniti. Entro determinato in libreria, punto sicuro alla zona saggistica e prendo, nell’ordine, due libri di Federico Rampini (“Il nuovo impero arabo” e “America”) e uno di Lucio Caracciolo (“La pace è finita. Così ricomincia la storia in Europa”). Soddisfatto dei miei acquisti e con la coscienza a posto per aver adempiuto all’obbligo morale che mi impone di essere cittadino consapevole e informato sui fatti del mondo, mi dirigo dal reparto saggistica verso le casse. A metà strada, dove c’è il banchetto delle novità editoriali, mi cade però l’occhio su una pila di libri con l’inconfondibile copertina blu delle edizioni Sellerio e leggo un nome familiare: “P.G. WODEHOUSE”. Mi fermo, e, istantaneamente, la mia mente inizia a popolarsi di case di campagna, club per gentiluomini, zucche, maiali, zie insopportabili e partite di cricket. E, involontariamente, inizio a sorridere. Immagino che sia stato uno spettacolo insolito vedere un tizio grande e grosso fermo dentro una libreria che sorride beatamente con in mano libri di Rampini e di Caracciolo. Resisto alla tentazione di ricomprare “Alla buon’ora, Jeeves!” (nella consapevolezza di averlo già a casa insieme a una dozzina di altri libri dello stesso autore) e completo alla cassa gli altri acquisti. La sera stessa, approfittando della assenza di moglie e figlia già partite per la montagna, riapro, dopo più di venti anni, la vecchia edizione che era già di mio padre da giovane. Tempo cinque minuti e comincio a ridere da solo. Rampini e Caracciolo dovranno aspettare, ma giuro che a settembre li leggo!

Consigliato da: Michele Laffranchi

Il fumo sulla città

Autore: Alessandro Logrande

Editore: Feltrinelli

Nonostante il fermento culturale ed economico che ha interessato la Puglia negli ultimi trenta anni, Taranto è rimasta in un cono d’ombra. E’ apparsa spesso sulle pagine dei giornali per eventi di politica violenta e corrotta, e per vicende legate alla grande fabbrica, tra abusi di potere e lotte sindacali. In “Fumo sulla città”, Alessandro Leogrande ha raccontato Taranto, analizzando le potenzialità della città come meta turistica e il destino riservatole di provincia segnata dall’industrializzazione pesante. Leogrande ha cercato di individuare le ragioni della nascita e dello sviluppo della più grande Acciaieria d’Europa nel territorio pugliese. Negli anni sessanta del secolo scorso, la povertà generalizzata e la crisi del settore produttivo collegato alla Marina Militare hanno portato ad accogliere con entusiasmo l’insediamento del comparto siderurgico a partecipazione statale. A metà degli anni novanta la privatizzazione dell’impresa ha comportato un intensificarsi della produzione, in assenza però di una costante manutenzione degli impianti e di un adeguamento degli stessi alle nuove tecnologie, in grado di tutelare l’ambiente dei lavoratori e della città. La debolezza politica protratta nel tempo, tra procedimenti penali e buchi di bilancio, e l’assenza di prospettive lavorative per i cittadini hanno permesso poi una gestione spregiudicata e incontrollata dell’azienda, animata dalla sola logica del profitto e in danno al territorio e alla salute. La percezione dell’assenza di un “futuro oltre la fabbrica” ha costituito quindi la genesi di un “ricatto occupazionale”, in quanto i lavoratori hanno dovuto scegliere non solo tra salute e lavoro, ma anche, a causa della creazione di reparti lager, tra declassamento ed emarginazione.

Consigliato da: Maria Rosaria Lenti

Il mondo alla McDonald’s

Autore: George Ritzer

Editore: Il Mulino

Un po’ un libro di economia, un po’ un’indagine sociologica e psicologica, un po’ una guida di sopravvivenza nella vita di tutti i giorni Il mondo alla McDonald’s, a quasi trent’anni dalla uscita in Italia, resta un testo da leggere. Ci descrive dei fenomeni noti ma di cui talora non siamo coscienti e che possiamo oggi sperimentare in modo amplificato. Sparecchiare i tavoli come accade (oggi non in via esclusiva) nella più nota catena di fast food o fare benzina da soli sono attività che ci hanno coinvolto con il (presunto) vantaggio del risparmio economico e di tempo. Oggi pagare da soli i bollettini postali o, per i notai ma anche altri professionisti, svolgere compiti che dovrebbero svolgere i pubblici uffici sono la versione moderna della mcdonaldizzazione. Ci è stata venduta come sussidiarietà ma forse si è trasformato in lavorare per altri a spese nostre. Ma ci aiuta anche in questi giorni estivi di viaggi, vicino casa o in giro per il mondo trovare la catena alberghiera a noi nota (o ancora una volta quella di ristoranti o chef  che abbiamo sotto casa), ci dà istintivamente un senso di tranquillità e pur nel mondo di AirB&B non di rado ci finiamo a dormire o mangiare. Ciò sapendo che non sarà il luogo più bello e buono del mondo… ma, sicuramente, non sarà un buco nero o il superamento delle colonne d’Ercole. L’insegnamento del libro è duplice: 1) è essenziale studiare fenomeni del capitalismo e della globalizzazione che ci sembrano lontani ma che si riverberano sul lavoro e la vita professionale di tutti noi: l’adempimento unico per i notai o il processo civile telematico sono un vantaggio reale per chi sta dall’altro lato del tavolo non per noi; 2) provare a restare curiosi e a rischiare di più nell’ostello o nell’alberghetto a conduzione familiare, per esempio, quando siamo in viaggio lasciando al turista la tranquillità dell’insegna della grande catena vip, ci farà divertire di più e tornare più felici.

Consigliato da: Giovanni Liotta

La regina degli scacchi

Autore: Walter Trevis

Editore: Mondadori

Finita in orfanotrofio all’età di otto anni, Beth Harmon sembra destinata a un’esistenza grigia come le sottane che è costretta a indossare. Presto però questa giovane ragazza scopre una via di fuga che le permetterà di riscattarsi: il gioco degli scacchi. Comprende così che ogni sconfitta rappresenta sempre una preziosa lezione di vita: chi non perde mai non progredisce e chi ha successo in tutto distrugge ogni capacità creativa. Si tratta di una dura verità, valida negli scacchi come nella vita. Un romanzo più che attuale, che pone l’accento su tematiche importanti come la dipendenza da farmaci, alcol e droghe, e che ha per questo ispirato la produzione di una serie tv. Come Beth il lettore non solo imparerà le regole del gioco degli scacchi, ma anche il funzionamento di una scacchiera ben più complessa: la vita.

Consigliato da: Daniela Riva

Avere tutto

Autore: Marco Missiroli

Editore: Einaudi

Il rapporto tra un padre e un figlio fa da sfondo a questo intenso romanzo di Marco Missiroli. Sandro lascia Milano per andare a trovare il padre, Nando, vedovo e al termine della sua vita. Il loro legame si rinsalda e tra i due nasce una nuova complicità. Le loro chiacchierate sono fatte di poche parole – come spesso capita tra padri e figli – ma entrambi desiderano svelarsi l’un l’altro: Nando fa capire al figlio di conoscere la sua smania per il gioco d’azzardo; Sandro scopre la sfrenata passione del padre per il ballo, e lo fa seguendolo di nascosto nella notte di Rimini. Consiglio vivamente di leggere questo romanzo.

Consigliato da: Antonio Teti

Kitchen Confidential

Autore: Anthony Burdain

Editore: Feltrinelli

Il grande chef ci guida attraverso il suo percorso di vita, professionale, umano e sentimentale, dai primissimi inizi fino all’affermazione internazionale. Consigliato a chi ama cucinare, a chi ama mangiare, a chi desidera prendere coscienza su come funziona una brigata di cucina, che sia di un grande ristorante di cucina internazionale o di una piccola trattoria di quartiere. Una scrittura assai diretta, senza perifrasi, a volte cruda e per nulla politically correct che ci porta per mano dietro le quinte del mondo di chi si occupa di una delle funzioni primarie della civiltà: preparare il cibo che qualcun altro mangerà. Atteggiandosi po’ a bohémien, un po’ a maître à penser, Bourdain non si prende sul serio e ci porta per mano nel suo mondo dove sapori, odori, emozioni, orrori, ideali traditi e realizzati si fondono in un chiaroscuro che non lascia indifferenti e che trasmette tutto il suo amore per l’arte culinaria.

Consigliato da: Matteo Verzì

E per finire un consiglio d’autore…

Il buon lettore

Tratto da “Mondo scritto e mondo non scritto”
(a cura di Mario Barenghi)

Autore: Italo Calvino

Editore: Mondadori 2002

Il Buon Lettore aspetta le vacanze con impazienza. Ha rimandato alle settimane che passerà in una solitaria località marina o montana un certo numero di letture che gli stanno a cuore e già pregusta la gioia delle sieste all’ombra, il fruscio delle pagine, l’abbandono al fascino di altri mondi trasmesso dalle fitte righe dei capitoli. Nell’approssimarsi delle ferie, il Buon Lettore gira i negozi dei librai, sfoglia, annusa, ci ripensa, ritorna il giorno dopo a comprare; a casa toglie dallo scaffale volumi ancora intonsi e li allinea tra i fermalibro della sua scrivania.

È l’epoca in cui l’alpinista sogna la montagna che s’approssima a scalare, e pure il Buon Lettore sceglie la sua montagna da prendere di petto. Si tratta, per esempio, di uno dei grandi romanzieri dell’Ottocento, di cui non si può mai dire d’aver letto tutto, o la cui mole ha sempre messo un po’ si soggezione al Buon Lettore, o le cui lettura fatte in epoche e età disparate han lasciato ricordi troppo disorganici. Il Buon Lettore quest’estate ha deciso di leggere davvero, finalmente, quell’autore; forse non potrà leggerlo tutto nelle vacanze, ma in quelle settimane tesaurizzerà una prima base di letture fondamentali, e poi, durante l’anno potrà colmare agevolmente e senza fretta le lacune.

Si procura quindi le opere che intende leggere, nei testi originali se sono in una lingua che conosce, se no nella migliore traduzione; preferisce i grossi volumi delle edizioni complessive che contengono più opere, ma non disdegna i volumi di formato tascabile, più adatti per leggere sulla spiaggia o sotto gli alberi o in corriera. Aggiunge qualche buon saggio sull’autore prescelto, o magari un epistolario: ecco che ha per le sue vacanze una compagnia sicura. Potrà grandinare tutto il tempo, i compagni di villeggiatura potranno dimostrarsi odiosi, le zanzare non dar tregua e il vitto essere immangiabile: le vacanze non saranno perdute, il Buon Lettore tornerà arricchito d’un nuovo fantastico mondo.

Questo, s’intende, non è che il piatto principale, poi occorre pensare al contorno. Ci sono le ultime novità librarie delle quali il Buon Lettore vuol mettersi al corrente; ci sono poi nuove pubblicazioni nel suo ramo professionale, per leggere le quali è indispensabile approfittare di quei giorni; e bisogna anche scegliere un po’ di libri che siano di carattere diverso da tutti gli altri già scelti, per dare varietà e possibilità di frequenti interruzioni, riposi e cambiamenti di registro.

Ora il Buon Lettore può disporre davanti a sé un piano di letture dettagliatissime, per tutte le occasioni, le ore del giorno, gli umori. Se egli per le ferie ha una casa a disposizione, magari una vecchia casa piena di ricordi d’infanzia, cosa c’è di più bello che predisporre un libro per ogni stanza, uno per la veranda, uno per il capezzale, uno per la sedia a sdraio?

Siamo alla vigilia della partenza. I libri scelti sono tanti che per trasportarli tutti occorrerebbe un baule. Comincia il lavoro di esclusione: «Questo comunque non lo leggerei, questo è troppo pesante, questo non è urgente», e la montagna di libri si sfalda, si riduce alla metà, a un terzo. Ecco che il Buon Lettore è giunto a una scelta di letture essenziali che daranno un tono alle sue vacanze. Nel fare le valige ancora alcuni volumi restano fuori. Il programma si restringe così a poche letture, ma tutte sostanziose; queste ferie segneranno nell’evoluzione spirituale del Buon Lettore una tappa importante.

I giorni di vacanza cominciano a trascorrere veloci. Il Buon Lettore si trova in ottima forma per fare dello sport, e accumula energie per trovarsi nella situazione fisica ideale per leggere. Dopo pranzo però lo prende una sonnolenza tale, che dorme per tutto il pomeriggio. Bisogna reagire, e a questo proposito giova la compagnia, che quest’anno è insolitamente simpatica. Il Buon Lettore fa molte amicizie ed è mattina e pomeriggio in barca, in gita e la sera a far baldoria fino a tardi.

Certo, per leggere ci vuole solitudine; il Buon Lettore medita un piano per sganciarsi. Coltivare la sua inclinazione per una ragazza bionda, può essere la via migliore. Ma con la ragazza bionda si passa la mattina a giocare a tennis, il pomeriggio a canasta e la sera a ballare. Nei momenti di riposo, lei non sta mai zitta.

Le ferie sono finite. Il Buon Lettore ripone i libri intonsi nelle valige, pensa all’autunno, all’inverno, ai rapidi, concentrati quarti d’ora concessi alla lettura prima di addormentarsi, prima di correre in ufficio, in tram, nella sala d’aspetto del dentista.

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