28 Luglio 2023

No answer time

DESTINATARIO: CNN INFORMATICA

In un mondo che spinge verso una sempre maggiore informatizzazione e digitalizzazione, in cui lo smart working è diventato sistemico e le riunioni, convegni e conferenze si svolgono ormai con semplici sistemi di videocollegamento, sembra che la piattaforma del notariato italiano sia ancora scarsamente utilizzata. Si chiede al CNN di indicare: (i) quanti e di quale natura siano gli atti digitali sinora effettuati con l’ausilio della piattaforma dalla sua nascita, con indicazione del loro numero per anno e in ogni anno mese per mese; (ii) in genere il numero degli atti digitali notarili conservati nell’apposita struttura del CNN, indicandone il numero suddiviso per ogni anno dalla sua attivazione; (iii) quale spiegazione dà per l’eventuale scarsa diffusione dell’atto digitale notarile e cosa intende fare per diffonderne l’utilizzo.

Come ci ha ricordato alla vigilia del Congresso di Genova il presidente del Comitato Ordinatore dei Congressi Carmelo di Marco “Il Regolamento dei Congressi prevede, dopo la fase dedicata al dibattito assembleare, la sessione del question time, nel quale il Consiglio Nazionale e la Cassa Nazionale rispondono ai quesiti proposti dai notai” (art. 13 bis del regolamento).

Il quesito che abbiamo riportato in apertura è stato presentato da Federnotai il 20 di aprile, con ampio anticipo rispetto ai tempi stabiliti del regolamento.

Se la terza domanda richiedeva una elaborazione, anche programmatica, che il Consiglio Nazionale poteva anche non trovare il tempo di fare, la prima e la seconda domanda richiedevano una risposta in termini semplicemente numerici che una struttura articolata come quella di Notartel dovrebbe essere in grado di produrre pressoché in tempo reale. Ed invece la risposta non è arrivata. Vincenzo Gunnella, il Consigliere Nazionale cui era stata affidata la risposta, ha promesso i dati per i giorni successivi. Ed i dati, a distanza di mesi, non sono mai arrivati.

Naturalmente la cosa è censurabile sotto il profilo della grammatica congressuale e istituzionale, ma c’è anche da interrogarsi sulle ragioni che spingono il Consiglio Nazionale e Notartel a nascondere i dati.

Senza conoscere i numeri è sotto gli occhi di tutti che migliaia di assemblee di società di capitali si sono tenute e si stanno tenendo in totale teleconferenza e che pochissime Srl sono state costituite online e pochissimi atti digitali sono stati stipulati e conservati presso il CNN.

Ed allora, in assenza dei numeri che solo il CNN possiede, proviamo a concentrarci sulla terza domanda provando a dare una spiegazione per la scarsa diffusione dell’atto digitale (e, aggiungiamo noi, per lo straordinario successo delle assemblee in totale teleconferenza) e a ipotizzare una via per diffondere l’utilizzo dell’atto digitale.

La risposta è molto più semplice di quanto potrebbe sembrare e l’intera questione avrebbe potuto trovare chiarezza, in sede congressuale, in poche battute.

Le assemblee in teleconferenza, che anche grazie allo studio del CNN recentemente divulgato sopravviveranno al periodo emergenziale, si svolgono su piattaforme largamente diffuse, facili da usare con interfaccia intuitiva, che consentono agevolmente di scambiarsi documenti. In una parola sono semplici.

La piattaforma che Notartel ha varato per la gestione delle Srl online, attirandosi le antipatie giustificate del mondo degli startupper, è uno strumento ignoto agli utenti, macchinoso, poco intuitivo, burocratico. In una parola è ostico. Ed i clienti preferiscono farsi ore di auto piuttosto che utilizzarlo.

Gli argomenti di difesa di chi questa piattaforma ha ideato si scontrano contro i numeri. Ed è per questo che i numeri restano nascosti.

L’interrogativo del question time deve essere allora spostato in altra direzione. Per quale motivo Notartel ha prodotto una piattaforma di complessità tale da scoraggiarne l’utilizzo?

Una prima risposta potrebbe essere politica: il Consiglio Nazionale osteggia l’atto a distanza in ogni sua forma e con la piattaforma ha inteso perseguire il risultato di impedirne una massiccia diffusione per evitare che il successo delle costituzioni on line si diffondesse ad altre tipologie negoziali. È un’ipotesi suggestiva che troverebbe anche la probabile condivisione della base notarile in buona parte contraria all’introduzione dell’atto a distanza in qualsiasi forma. Ma sarebbe una strategia di grande miopia di fronte ad un vento che spira in Europa in tutt’altra direzione (da ultimo anche la Spagna con la Ley de Digitalizacion 11/2023 si è accodata ad altri paesi introducendo la possibilità di sottoscrivere atti di numerose tipologie davanti al notaio ma in videoconferenza) e che rischierebbe, di fronte ad una resistenza passiva che apparirebbe come incapacità di governare con efficienza il progresso, di travolgere l’intera funzione nei settori in cui l’esigenza di digitalizzazione è più sentita.

Una seconda risposta potrebbe essere tecnica: chi ha lavorato alla realizzazione della piattaforma notarile si fida più della tecnologia che dei notai. Non ritiene, in buona sostanza, che il notaio sia capace di accertare l’identità delle parti e di svolgere la propria funzione di adeguamento attraverso le piattaforme in comune commercio e che sia capace di arrestare la sua attività ogni qualvolta abbia il sospetto che qualcosa non stia funzionando. O che abbia la capacità e l’autorevolezza per imporre la stipula in presenza quando ci sia qualche elemento che non convince.  Ed ha inteso in qualche modo tecnocratizzare il momento dell’accertamento dell’identità personale delle parti. Commettendo l’errore di svilire l’attività notarile. Lo stesso errore che commettono gli startupper.

Una diversa risposta potrebbe esserci anche se non riusciamo ad immaginarla. Seppur tardiva sarebbe sempre apprezzata e non solo da Federnotai.

Resta il fatto che, con troppa facilità, prima di adottare la piattaforma, sono state liquidate le idee di chi proponeva il verbale di costituzione di Srl dimenticando che, anche da un punto di vista della narrazione letteraria, ogni atto negoziale è un verbale (il giorno, davanti a me, sono comparsi, i quali dichiarano…) e che fin dal 1913 ogni atto può dispiegare i suoi effetti anche in mancanza di sottoscrizione delle parti (quando esse non possano sottoscrivere). Per quel verbale di costituzione ogni piattaforma potrebbe essere utilizzata e l’accento si sposterebbe sulla responsabilità del notaio e sulla sua arte di saper traghettare nelle videoconferenze ciò che quotidianamente e da tempo immemore è capace di svolgere in presenza.

 

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