21 Luglio 2023

Quando la Pubblica Amministrazione ostacola l’attività notarile

L’articolo 24 della legge 27 febbraio 1985 n. 52 stabilisce gli orari di apertura al pubblico delle Conservatorie dei Registri Immobiliari (ora Uffici del Territorio).

Per non sbagliare, visti i vari interventi del legislatore succedutisi negli anni, ne abbiamo scaricato il testo dal sito del MEF.

“Nelle conservatorie l’orario di apertura al pubblico di cui all’articolo 2677 del codice civile è fissato dalle ore 8,30 alle ore 13 dei giorni feriali, con esclusione del sabato. Le ispezioni nei registri immobiliari e il rilascio di copie di formalità e di certificazioni possono essere effettuati, oltre che nell’orario di apertura al pubblico di cui al periodo precedente, anche negli orari pubblicati nel sito internet dell’Agenzia delle entrate.”

Lo scorso 27 giugno il Consiglio Notarile di Milano ha diffuso a tutti i notai del distretto una Comunicazione inviata ai Presidenti di tutti gli ordini professionali e all’Associazione Italiana dei Visuristi dal Direttore dell’Ufficio Provinciale del Territorio intitolata “Servizi di Pubblicità Immobiliare. Modalità di erogazione del servizio di ispezioni ipotecarie” con la quale si comunicavano le nuove modalità di accesso ai servizi di ispezione ipotecaria regolamentandoli attraverso la prenotazione dell’appuntamento in presenza, come di seguito specificato.

“Il servizio di prenotazione per la consultazione ipotecaria di note e titoli cartacei è previsto il lunedì, mercoledì e giovedì, dalle ore 8,30 alle ore 13,00. Per l’accesso occorre prenotarsi sul sito dell’Agenzia delle Entrate al link https://prenotazioneweb.agenziaentrate.gov.it/PrenotazioneWeb/prenotazione.action selezionando il servizio “CONSULTAZIONE IPOTECARIA DI NOTE E DEI TITOLI CARTACEI”, all’interno del box “CONSULTAZIONE ATTI CARTACEI”.

Nel campo “Motivo di richiesta appuntamento” andranno indicate le informazioni utili per la ricerca della documentazione da consultare.”

Bontà sua il Direttore prosegue tranquillizzando sul fatto che Nei casi, però, di malfunzionamento della piattaforma web di prenotazione appuntamenti, di impossibilità di prenotazione per un lasso di tempo troppo lungo o, ancora, nell’ipotesi di urgenze motivate, è possibile scrivere una mail ai seguenti indirizzi, così da poter individuare una soluzione immediata: upt.milano.spimilano2@agenziaentrate.it e upt.milano.spimilano1@agenziaentrate.it.”

Per quanto interessa ai nostri fini, la comunicazione potrebbe essere così sintetizzata “l’ufficio del Territorio NON è aperto al pubblico per le ispezioni nei giorni e negli orari fissati dalla legge, tuttavia, in casi eccezionali si cercherà una soluzione”.

Non ignoriamo naturalmente che la situazione milanese non è isolata e che questa prassi di contingentare gli accessi negli orari di apertura al pubblico è comune a molti altri uffici del territorio così come ad altri uffici pubblici. Neppure vogliamo sorvolare sul fatto che gli organici a disposizione degli uffici sono ridotti e che magari vi sarà anche un provvedimento o una qualche soluzione interpretativa che autorizzi una simile comunicazione di riduzione dei giorni e degli orari.

Ma getta comunque un certo sconcerto leggere nero su bianco l’adozione di una prassi così frontalmente dissonante rispetto alla lettera della legge proprio con riferimento a un servizio fondamentale per l’utenza.

E sorprende il fatto che il Consiglio di Milano, porti a conoscenza del Distretto l’adozione di questa prassi senza un minimo commento.

Spiegare ai lettori di FederNotizie la centralità delle ispezioni nei Registri immobiliari è tra le cose più inutili che si possa fare.

Ma se queste righe venissero lette da un non notaio sarebbe utile ricordare come spessissimo, anche nei giorni immediatamente precedenti la stipula, si presenti la necessità di recuperare e leggere note e titoli utili a sbrogliare intricate problematiche di accertamento della proprietà, di servitù, di confini… E che non poter accedere alle visure negli orari che la legge mette a disposizione degli utenti può significare dover rinviare gli atti. E che rinviare gli atti comporta spesso dover pagare alle banche interessi più alti per effetto del rialzo dei tassi, quando non (per fortuna più raramente) perdere caparre o dover restituire il doppio.

Può il notariato limitarsi a inoltrare senza commentare e reagire una comunicazione con la quale si mette in forma scritta una prassi che può costare carissima alle tasche dei cittadini?

Non mi pare che la risposta possa essere quella che ha dato il Consiglio di Milano.

Il discorso può poi essere spostato su un piano più generale e centrarsi sul ruolo che il notariato deve avere nel porsi tra cittadino e pubblica amministrazione.

Di nuovo pare inutile spiegare ai lettori di FederNotizie il ruolo di intermediario che il notaio svolge tra PA e cittadino nel liquidare e versare le imposte, nell’accedere ai pubblici registri per ottenere complesse informazioni necessarie al cittadino per svolgere la sua attività negoziale, nel curare tempestivamente tutti gli adempimenti che all’attività negoziale seguono.

Ciò è utile a sgravare la PA dall’onere di assistere ed informare soggetti non avvezzi alle complessità delle ricerche rendendo più efficiente l’erogazione di informazioni dei pubblici registri, facilitando i rapporti dei cittadini con la PA con grande risparmio di tempo, facendo in modo che le imposte vengano liquidate e pagate nella giusta misura e nei giusti tempi, eseguendo tutti quegli adempimenti che lasciati alla gestione del cittadino potrebbero non garantire l’affidabilità dei pubblici registri.

Un ruolo, quello di intermediario, semplice da svolgere quando tutto funziona al meglio.

Ma cosa succede se la Pubblica Amministrazione perde la sua efficienza non garantendo l’accesso ai pubblici registri, non liquidando correttamente le imposte dovute per gli atti dei notai, inventandosi astrusi modelli informatici che rendono diabolica la loro compilazione non appena la realtà si presenta un po’ più complessa (e ci riferiamo al paradossale modello informatico per la presentazione delle dichiarazioni di successione), eseguendo tardivamente gli aggiornamenti dei registri pubblici nonostante la tempestiva presentazione degli adempimenti, non evadendo in tempi accettabili le richieste di allineamento catastale?

Il dialogo è naturalmente la strada principale e Consigli Distrettuali, Associazioni Sindacali e Consiglio Nazionale devono adoperarsi per segnalare le criticità e individuare le soluzioni.

Quando però la Pubblica Amministrazione si dimostra sorda ed arriva ad adottare un simile provvedimento, il notariato non può che stare da una parte. L’altra parte, quella del cittadino.

 

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